Mi ricordo…

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Un libro per la testa, quante immagini, tanti eventi affollano la memoria in una sarabanda di voci, di suoni, di richiami che richiedono un piccolo sforzo per selezionare, tirare fuori quello che conta e ha contato. Quando Chiara, era passato poco tempo dalla cessazione dalle mie funzioni di assessore alla cultura, mi ha esposto il progetto chiedendomi un parere, più come uomo di scuola che come amministratore pubblico, ricordo di aver risposto: ottimo, va bene, procedi dovrebbe funzionare egregiamente . In effetti avevo pensato ecco un’idea che vale. Poi l’iniziativa è partita con non piccoli sforzi di Chiara, di Renata, di Antonietta e tutte le altre di cui non ricordo il nome e mi scuso per questo. L’attivismo di Irene, direttrice della biblioteca comunale, a inventare, pianificare, organizzare le cornici, i luoghi, i tempi e le cadenze in cui collocare le performance dei giovani lettori, dei collaboratori e di ogni altro attore di questo stupendo avvenimento,avendo con determinazione assunto l’obiettivo di farlo diventare una produzione non solo circoscritta alle scuole e ai suoi insegnanti, ma rivolta a tutti i cittadini, insomma un’avventura per tutta la città.
Rivedo il tendone in piazza, il salone della scuola media Pascoli, il teatro Dante per la serata di chiusura con la drammatizzazione dei testi realizzata dagli stessi studenti, in una festa di luci e suoni e lo sventolio di tutte quelle sciarpe colorate con stampigliato il testone pieno di libri.
Nella confusione dei ricordi emerge meglio da tutto il resto la mia diretta partecipazione, una volta o due, qui la memoria non mi sostiene, nel ruolo di stimolatore (forse il termine giusto era un altro) della discussione collettiva dei libri arrivati alla selezione finale. Ma mi ritornano molto evidenti gli sguardi perplessi degli studenti, quando ponevo loro le domande con l’intento di sollecitare osservazioni critiche sui testi letti, come a significare ma cosa vuole costui, ma ha letto il libro, che lingua parla e qualche altro sommesso dissenso. Allora mi investiva la sensazione di essere inadeguato, di non saper entrare in sintonia con i giovani lettori e quasi mi vergognavo di avere accettato quel difficile compito.
Più lucidi sono i ricordi di quando mi erano state affidate le funzioni di arbitro nei giochi durante i quali si confrontavano le classi appartenenti alle diverse scuole partecipanti e che concludevano il concorso. In questo caso mi sono anche molto divertito se penso alle prime volte in cui ero addobbato con un fastosa toga di magistrato e tanto di tocco , seduto su un solenne scranno e munito di regolare campanello e di cronometro. Divertito soprattutto dalla esuberante esultanza dei vincitori delle gare, ma anche commosso per la delusione di quelli che ne uscivano sconfitti. Sentimenti che mi hanno molto gratificato malgrado le invettive di qualche accompagnatore, dei gruppi duellanti, che talvolta mi contestavano “sentenze” presunte ingiuste.
Di tutto questo sono grato agli insegnanti promotori del concorso e ai rappresentanti del comune che mi hanno voluto partecipe di una veramente ricca e bellissima manifestazione, grato dei bei ricordi e per un’ immersione felice nel fantastico clima di questo favoloso “Libro per la testa” a cui auguro lunga vita

Renzo

 

Ricordo il primo anno. Non sapevo neanche bene come funzionava “Un libro per la testa”, nessuno poteva saperlo tranne le organizzatrici; ma mi pareva un’ottima cosa promuovere la lettura tra i ragazzi. I ragazzi che avevo poi (insegnavo in una prima superiore) mi sembravano meravigliosi. Si poteva provare. E provai, e continuai poi per diversi anni. Di quella prima volta ricordo la grande emozione: tutto mi emozionava: vedere mettere la sciarpa gialla alle mie ragazze… Ma soprattutto le discussioni, una con Mario Lodi: discussioni animate, appassionate… Chi poteva immaginare tanta passione tra i ragazzini?! I più timidi, meno disposti ad esporsi, erano proprio i “grandi”, quelli della prima superiore. Ma gli altri… che fuoco… Mi veniva quasi da piangere. Ricordo anche il mio ammirato stupore: mi aspettavo una manifestazione messa su coi pochi mezzi disponibili, una tipica cosa di scuola. Invece era una cosa in grande, organizzatissima, con un calendario ricco di eventi e di sorprese. Non ricordo se già quel primo anno collaborai al giornalino; forse no, forse è stato in anni successivi. Imparare ad usare il programma, ad incastrare scritti, disegni, giochi, mi piaceva moltissimo. Ma quando arrivava uno scritto all’ultimo minuto, e bisognava assolutamente inserirlo, tutta la mia accurata impaginazione andava all’aria, e bisognava far presto a risistemarla, il giorno dopo il giornalino doveva essere distribuito… Allora erano patemi… Quel primo anno fui anche insignita sul campo. Ero in classe ed arrivò il preside; siccome ero stata l’unica dell’Istituto ad aver fatto partecipare la mia classe, mi decorò con una spillina d’argento che riproduceva la testa-libro, quel logo che mi piaceva tanto.  Ne sono ancora orgogliosa.

Catia Righi

8 pensieri su “Mi ricordo…

  1. Mi ricordo, molti anni fa, il nostro primo arrivo a Suzzara, non si aveva idea di dove eravamo o pensavamo di conoscere esattamente cosa fare con quegli italiani che facevamo l’istruzione in un progetto europeo. Era una notte buia, un ambiente amichevole ma non ero sicuro di niente. Pensiero e messa in dubbio. Le cose sono andate dal bene al meglio. La cena era deliziosa e i padroni di casa, Wainer Melli, Chiara Azzoni, Guido Belletti e Gracia Seveso era il migliore che abbiamo mai avuto. Vedere si era così, che nonostante gli anni trascorsi e nonostante la malattia che mi corseca la testa, ricordo bene i nomi, i volti e le azioni ricevute.
    Quando il giorno della manifestazione, la situazione era insormontabile! Un’organizzazione perfetta, un approccio spettacolar e uno sfondo letterario del più compiuto e comprensibile anche per noi che non abbiamo capito una parola in italiano.
    Così ora è possibile prendere questo ricordo, perché grazie a “A livro testa” ho scoperto la lingua italiana e ora sono capace di leggere autori come Svevo, Camilleri, Levi e tanti altri che posso ‘gustare’ nella loro lingua, e non ho mai andato a una scuola per imparare l’italiano, ma ancora una altra volta, grazie a “Un Livro da Testa” e grazie alla freschezza e l’umanità nel trattamento di Wainer, Chiara, Guido e Grazia ho imparato un sacco !

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  2. Sono stati bellissimi momenti. Ricordo ancora la sardana che hanno ballato i ragazzi e il dolcissimo pezzo teatrale e musicale che raccontava, se la memoria non mi tradisce, La bambina della pioggia. Ho ancora tra i miei libri Sin noticias de Gurb e Un mag de Terramar, che avevano letto le vostre classi. E ricordo gli altri amici catalani: Jordi, Roser, Mercedes, Concha,

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  3. Mi ricordo, certo che mi ricordo, non è possibile dimenticare questo magico concorso. Dal momento in cui il signor Athos, il libraio della “ Libreria per Ragazzi” di Padova me ne ha parlato, subito sono rimasta affascinata da questo concorso “Un libro per la testa”. Che titolo! nulla di più appropriato, si trattava infatti di leggere sei libri in un mese, non era certo cosa da poco. I titoli si sarebbero conosciuti solo al loro arrivo a scuola, a metà febbraio circa.
    Partecipare alla gara necessitava sicuramente di lettori forti, tosti e ‘affamati’ di libri, ma trovarli non è stato difficile. Sciarpe del concorso al collo, logo sulla porta della classe e via: leggere, riflettere, valutare, prepararsi per una sfida che ancora non sapevamo come si sarebbe svolta, si è rivelato coinvolgente, per alcuni aspetti intriganti. Quando poi siamo arrivati a Suzzara (in modo un po’ rocambolesco in quel primo anno ) e ho visto il livello di organizzazione, la grande spontanea disponibilità e competenza di tutte le componenti dello staff promotore, l’accoglienza di tutta la cittadina (a Suzzara tutto sembrava ruotare attorno al Concorso, la festa per i libri era una festa generale ampiamente condivisa), delle famiglie che hanno ospitato i ragazzi, sono rimasta veramente affascinata, così anche i miei ragazzi, che non solo hanno partecipato a tutte le attività con entusiasmo e cercando di dare il meglio di sé, ma hanno anche instaurato con i ragazzi ospitanti e le loro famiglie, rapporti saldi e affettuosi.
    Gli anni successivi sono stati sempre più coinvolgenti, il concorso era aspettato con ansia e anche le famiglie dei miei ragazzi hanno voluto partecipare, nonostante il carico lavorativo, impegnandosi nella lettura con un entusiasmo pari a quello dei loro figli quasi in complice competizione.
    Nei dieci anni circa della mia partecipazione, anche da parte mia si sono instaurati rapporti di stretta e sincera amicizia con il gruppo organizzatore (che nel corso degli anni è in parte cambiato, ma sempre sostituito da persone di pari entusiasmo e competenza), ma anche con gli accompagnatori che provenivano da altre regioni, perfino dalla Svizzera, è stato molto bello confrontarsi con persone accomunate dalla stessa passione per la lettura, e credo che nessuno di noi potrà mai ringraziare sufficientemente il gruppo promotore per la splendida e formativa avventura che questo concorso ci ha fatto vivere.

    Luciana

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  4. Lentini, 22 feb. 2016

    Gentili Colleghe Chiara Azzoni, Irene Nicolis, Dr Romy Tasca ed egregio Weiner Melli,

    riesco a scrivere, anche con Rita, qualcosa di impegnativo preferibilmente nella forma epistolare, perciò ho posto in epigrafe le gentili persone che ricordo sin dal primo incontro a Suzzara nel 1995/1996. Credo che questi siano gli anni del mio primo accompagnamento di alunni a Suzzara, insegnando a Francofonte ed essendo Preside – che eleganza rispetto all’odierno …… dirigente! – il Prof. Armando Rossitto, che scoprì il Concorso “Un libro per la testa” non so come e non so dove, il quale venne a Suzzara la prima volta.
    Di quegli anni non ricordo neanche gli alunni – avendo due classi probabilmente sei – né i colleghi che vennero. Ricordo solo il Preside, esuberante e, pure, eccellente. Gli anni successivi vennero altri docenti, perché il Preside riteneva che bisognasse far ruotare gli accompagnatori, affinchè molti facessero la stessa positiva esperienza, cosa giusta.
    Trasferito a Lentini, a.s. 1998 – ‘99, ho subito proposto il Concorso nella nuova scuola, Riccardo da Lentini, ove fu accolto solo dai miei alunni di 2 e 3B.
    Coll’a. s. 2000 – ’01 passai nel Comprensivo Notaro Jacopo e qui Un libro per la testa ebbe successo anche per il sostegno del Preside Prof. Gaetano Murgante, eravamo stati insieme a Francofonte, che venne a Suzzara ed alloggiammo al Cavallino Rosso, ove gustammo due volte un risotto, condito non so come, gustosissimo! Tutti i successori del Prof. Murgante hanno apprezzato “Un libro per la testa”, compresi quelli più recenti della Riccardo.
    I colleghi di lettere hanno dato un sostegno solo logistico, non ebbero il piacere di venire a Suzzara cogli alunni; piacere che condivise invece la Prof. Carmen Vacirca, docente di sostegno.
    Gli alunni hanno vissuto l’esperienza di Suzzara sempre con entusiasmo. Interessantissima la fase iniziale coll’arrivo de’ libri, la consegna di questi ai lettori in presidenza colla fotografia di gruppo insieme al Preside. Indi la lettura nel tempo stabilito, coll’insegnante – rigoroso!! – che non intende far venir meno l’attività curriculare; che chiede sempre, un po’ assillante in vero: a che punto è la lettura? Unni siti arrivati? A tale giorno c’è la discussione, spurugghiativi! E, infine, la discussione su’ libri, interessante e piacevole, e quella finale quasi sempre coi ragazzi della Riccardo da Lentini, il cui gruppo di lettori era guidato dalla Prof. Rita Caracciolo, molto entusiasta e attiva, che interloquiva continuamente, a mio parere turbando il verso della conversazione giovanile, antipaticulidda, va! Discussioni hanno fatto gli alunni anche coi ragazzi di Carlentini, scendendo questi a Lentini o salendo noi a Carlentini.
    La partenza, infine, nella iniziale entusiasta vivace incertezza – c’è stato sempre un pizzico di incertezza, quasi paura – anche a motivo che Suzzara è stata quasi sempre la prima uscita di casa senza i genitori e per più giorni e ad una distanza notevole, addirittura “in continente”!. E non bisogna trascurare il fatto che i genitori, benché molti incoraggiassero i figli, una qual certa insicurezza la facevano comunque trasparire. Una mamma, e di quelle più coraggiose – anche perchè l’insegnante scrivente accompagnava – mi disse un momento prima che salissimo sul treno – una festa! – : ”Professore! Al ritorno, ragazzi in più ne può portare, di meno no!”.
    E riuscite ad immaginare l’esperienza del viaggio lungo, del dormire in cuccetta – cinque ragazzi/e ed un insegnante – ?! E la fatica di farli dormire?! Eppure non ne avrei fatto a meno! E poi l’arrivo a Bologna: una stazione grandissima, popolatissima e la visita alla città: la Cattedrale di s. Pietro – non avevano mai veduto una chiesa così grande – la lunga via Indipendenza, piazza Maggiore – una delle piazze più belle d’Italia – palazzo d’Accursio, s. Petronio, piazza Galvani, le Torri; tutto bello grande nobile vivo. Una delle volte Carmen Vacirca volle che portassimo i ragazzi, venendo dalla stazione, al mercato settimanale vicino via Indipendenza, il mio disappunto fu fortissimo, perché distraevamo i ragazzi per sciocchezze dalla ammirazione delle cose belle.
    E poi, in stazione la visita al luogo della strage del 2 ag. ’80, leggere la lista degli innocenti assassinati per odio alla Repubblica Italiana! Il pranzo, attesissimo dai ragazzi, al famigerato Mcdonald’s! Che bello! Non il locale, tutto l’insieme di arte storia cittadinanza cultura libri, che ragazzi di dodici anni vedevano, vivevano per la prima volta! Ho accompagnato i ragazzi alla Fiera dei libri in piazza 20 settembre, ove alcuni hanno acquistato libri come lo scrivente.
    Giunti a Suzzara nel primo pomeriggio, magnifico l’incontro di tutti i giovani partecipanti, vocianti fasciati di giallo, pronti a votare il libro preferito dei sei letti, allora!, per essere subito prelevati dalle famiglie, che sorridenti ed accoglienti li hanno portati a casa loro, con immenso sollievo dell’insegnante accompagnante.
    Il sabato mattina la gita ora a Mantova ora a Sabbioneta ora in un monastero che non ricordo, l’ultima volta per me; il pomeriggio: le gare, bellissimo quando i nostri vincevano, cioè prendevano molti libri, per lettura attenta ed approfondita e pure per intuito, capacità d’accordo coi compagni, memoria esercitata. La sera la festa della premiazione del libro vincente con brevi recite, filmati prodotti da alunni di varie scuole e i nostri ragazzi presenti colle famiglie ospiti, che festa! Quelle che ricordo più piacevolmente sono quelle al teatro della parrocchia, perché centrale e col bar di fronte, ove andare poi a commentare la serata sorseggiando un bicchiere di buon vin vermiglio.
    La domenica mattina a passeggio per Suzzara, a messa, infine, a pranzo …. da Gerry, colla simpatica inserviente dai capelli corti. Da Gerry abbiamo anche cenato bene e con piacere; ricordo un altro ristorante molto buono, di cui non ricordo il nome, dei primi anni, però. A pranzo e a cena abbiamo sempre chiacchierato brillantemente di letteratura e di politica – vero, Chiara? – di scuola e di cultura. Come non ricordare la simpaticissima collega padovana Luciana Mastrilli, conversatrice colta infaticabile.
    Nel primo pomeriggio alla stazione con i saluti e un pizzico di malinconia, contenti di quel che s’era fatto, contenti le colleghe, collo scrivente, dei ragazzi contenti e delle famiglie ospiti contente de’ ragazzi ospitati. Sul treno subito a parlare dell’accoglienza generosa, della pizza gustata in pizzeria colla famiglia ospite e gli amici, i luoghi visitati domenica mattina, le passeggiate in bicicletta, la bellezza del Po, i doni ricevuti, anche pei familiari. Lungo viaggio, felicemente stanchi, intorno a mezzogiorno di lunedì a Lentini, altra breve festa, con qualche nonna presente e quindi tutti a casa.
    Ora anch’io sto a casa – dico per dire – perché in pensione, infatti ogni storia ha un inizio ed una fine.
    Rita ha la felice ventura di continuare, di poter ancora impegnarsi a scrivere elenchi di alunni, a fare e ricevere telefonate dalle colleghe – sto pensando ora: Un libro per la testa è stato una cosa di donne, una bella cosa di donne, è stato lo scrivente l’unico maschio del Concorso, se non ricordo male – andare in agenzia pei biglietti, raccogliere i soldi a poco a poco dai genitori, confortare le mamme, guidare le discussioni, desiderare che l’accompagnassi per il 25° del Concorso – quanto tempo è passato; mentre scrivo quanti alunni e mamme mi son passati per la mente! Sarei pronto a rifare tutto!
    L’altro maschio del Concorso era, è, il tecnico audio e di computer, attivo ed intraprendente. Ah! Rita ne ricorda un altro, il Prof. Filippo La Fauci, archeologo, venuto non so con quale scuola di Sicilia, al quale venne anche la febbre.
    Gentili e care amiche suzzaresi Vi rivedrò, Vi rivedremo, con piacere, con molto piacere, rivivrò momenti, sensazioni ed impressioni che mi sono stati familiari, piacevolmente familiari, con viva partecipazione.
    La Lombardia ci è cara, anche, per alcune esperienze che ci hanno formato: il magistero episcopale del Card. Martini, i quattro anni di scuola media a Busto Arsizio, Suzzara col Vostro “Un libro per la testa”. Bravi, anzi brave!, bene, arrivederci

    Salvatore e Rita Jannitto

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  5. Quando arriva questo periodo la mente vola sempre verso la Pianura con la P maiuscola perché di pianura in Italia ne conosciamo solo una. E Suzzara, nel cuore di questo spazio, crocevia di storie legate alla Resistenza e alle lotte contadine, rievoca tanti ricordi. La prima scuola dove ho insegnato con un contratto a tempo indeterminato, il grande impegno dei colleghi, l’energia della Vecchia Guardia, la genialità della dirigenza. Non sono assolutamente lavate di faccia . Tra questi ricordi ai primi posti c’è Un libro per la testa, una manifestazione davvero unica nel suo genere dove a vincere sono esclusivamente i libri anzi il libro! Un mese di lettura, ragazzi che arrivano da ogni parte d’Italia per confrontarsi con quanto letto e quanto assimilato. Un libro per la testa è l’inizio della primavera che da quelle parti ti sconvolge con i sapori e gli odori non sempre gradevoli ma comunque legati alla terra e la terra è madre, amante, figlia, sorella, amica! In mezzo a tutto ciò ci sono i ragazzi, quelli di ieri e quelli di oggi, quelli che verranno! Lunga vita e buona edizione 2016!!!

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  6. 1992. Un ciclo di incontri per insegnanti sul tema “lettura e ragazzi”. I relatori bravissimi e pieni di idee ci entusiasmarono. Alla fine del corso cinque insegnanti e una bibliotecaria, tutte accanite lettrici, si convinsero che era necessario inventare qualcosa di nuovo, decise a mettersi in gioco sino in fondo.
    Incontri tanti, discussioni tantissime, tantissime ipotesi, tanto lavoro.
    Un concorso:potrebbe essere la soluzione per la città del Premio -perfetto.
    Il titolo: libri,tanti libri , un libro
    In tasca,in volo, nello zaino : Un libro per la testa.
    E il logo? una giovanissima e bravissima grafica al lavoro: analisi, proposte e poi come d’incanto il logo ( che dopo venticinque anni io trovo ancora bellissimo).
    E ancora una donna, l’assessore alla pubblica istruzione, a sostenerci e a darci il via.
    Venticinque anni dopo, l’incontro di sabato pomeriggio con i ragazzi (bravissimi) per la discussione sui libri mi lascia ancora stupita per il perfetto meccanismo d’insieme e felice nel vedere tanti ragazzi partecipare con convinzione e entusiasmo.
    In venticinque anni migliaia di ragazzi, migliaia di libri, centinaia di ore di lavoro ma soprattutto venticinque anni di soddisfazioni.
    Che cosa augurare a questo concorso: che prosegua con nuovi insegnanti, con nuove bibliotecarie e faccia incontrare per molti anni tanti libri e tanti ragazzi
    Dimenticavo: io naturalmente ci sarò sempre perché a me leggere oltre tutto fa bene!
    Irene

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  7. Cosa ricordo di “un libro per la testa”? Esperienza in cui buttarsi per leggere leggere leggere! Qualche anno è passato ma posso assicurare che non trovo nessun ricordo negativo. Mi ero immersa totalmente in questa folle scelta di essere “lettrice”… Non ero una fanatica della lettura ma era talmente coinvolgente da inghiottire anche me. Non so come si svolga ora il concorso, ma qualche anno fa alla fine della lettura, delle analisi e delle gare su chi ne sapesse di più, ci si riuniva al cinema per una serata finale nella quale veniva presentato il duro lavoro che ogni classe aveva svolto sui libri e veniva proclamato il romanzo vivente. Quello che all’epoca a me era piaciuto di più è “macchine mortali” anche se non è stato il romanzo vincitore. Ho inoltre partecipato ad uno scambio con la scuola di Lugano; inizialmente ci si scambiava solo lettere per poi incontrare i reciproci corrispondenti ospitandoli nelle proprie case e venire a nostra volta invitati a Lugano. Durante la loro permanenza gli davamo la possibilità di partecipare al “Libro per la testa” e di visitare le nostre zone. Quando siamo andati noi a Lugano mi sono divertita tantissimo! Era come essere in vacanza, ne conservo ancora le foto.
    Avventuratevi nelle più impegnative o divertenti letture! Alla fine la soddisfazione sarà tanta! Garantito

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  8. Mi ricordo,come se fosse ieri e invece era ancora il ventesimo secolo e l’anno era millenovecento novanta qualcosa…
    lo sapete cosa mi ricordo? L’emozione di essere responsabile,di decidere quale libro era il più bello.
    Mi ricordo le discussioni con i compagni di classe alla scuola media.
    Mi ricordo l’ansia prima degli incontri a Suzzara,in macchina,da Porto Mantovano con le mamme e i “colleghi” giurati.
    Mi ricordo la frustrazione nel condividere l’apprezzamento nei confronti di un certo libro con altri ragazzini che come me,amavano leggere.
    Come passa il tempo!
    Mi ritrovo più di venti anni dopo, in Inghilterra e leggere il libro Holes (Buchi nel deserto)di Louis Sachar in classe con i miei studenti. Ho portato il MIO libro con quel timbro Un libro per la testa e orgogliosa,ho ricordato e raccontato la mia esperienza a Suzzara.
    Buchi nel deserto non vinse quell’anno,in onestà non era nemmeno uno dei miei favoriti,ma ho avuto il piacere di rileggerlo e vivere la storia in modo diverso.
    Nel mio cassetto,quel cassetto che abbiamo tutti a casa, quello con i ricordi più belli,ho ancora la newsletter stampata su un grande foglio di carta gialla.
    Che bella esperienza!

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